Prima fase: le attività

Dipingere una tela

Procuratevi una tela (50 x 70cm), una tavolozza, colori a olio, acqua ragia per stemperare, alcuni pennelli e degli stracci per asciugarli.

Mettetevi davanti alla tela. Quello che vi chiedo non è esprimere l’arte, non è questo l’obiettivo, Non dovete farvi guidare dalla ragione, da un’idea o da un concetto a cui dare forma con i colori. Quello che vi chiede è abbandonarvi all’emozione. Quindi respirate e lasciate che sia la mano a scegliere il tubetto di colore. Intingetevi il pennello e tracciate un segno sulla tela, lasciandovi guidare dall’emozione.

Osservate il segno, lasciate che le emozioni vi ordinino qualcos’altro. Dovete continuare con quel colore? dovete cambiarlo? Obbedite alle energie che vogliono liberarsi e poi tracciate un nuovo segno. Continuate così per una mezz’ora, due volte alla settimana.

Accadrà che nei giorni successivi un segno non vi piaccia più, ebbene passateci sopra con quello che le emozioni vi stanno dicendo in quel momento (i colori a olio lo consentono senza creare disastri).

Quei segni apparentemente senza senso, vedrete che racconteranno molto di voi, di quello che avete dentro e non siete mai riusciti a esprimere. Potrebbe capitare pure che non riuscirete a tracciare alcun segno: imparate a vivere delle emozioni, se non vivete le emozioni non riuscirete neppure a vivere i sentimenti, la vostra vita sarà un calvario: abbandonatevi e cambiate direzione.

Cantare

Cantate per almeno 10 minuti al giorno a voce alta. Sembra un compito semplice, anzi sciocco? Quando è stata l’ultima volta che avete cantato a voce alta? Già, lo sospettavo… non vi viene in mente!

Fatelo quotidianamente, senza una ragione, anche se è una giornata no, anche se non hai motivo per cantare, anche se siete provati e di cantare non ne avete nessuna voglia. Imparerete qualcosa. Se non imparerete, almeno avete aiutato il diaframma a liberarsi e a non soffocarvi.

Coltivare una pianta

Anche questa sembra una cosa semplice, prendersi cura di qualcosa. Eppure quante piante abbiamo fatto entrare in casa nostra, animati dalle migliori intenzioni e poco dopo le abbiamo buttate nella spazzatura seccate?

Prendersi cura richiede attenzione, dedizione, dall’esito della pianta potremmo capire molto di noi e se qualcosa andasse storto, comunque impareremo qualcosa: è morta per una mia negligenza? Non l’avevo sentita parte del mio mondo? In questi anni di disastri ambientali, di depauperamento della Natura, dobbiamo assumerci la responsabilità del mondo che lasceremo a chi verrà dopo di noi. Una semplice piantina può essere un termometro del nostro sentirsi parte del Tutto. Se la piantina dovesse morire, non siete assolti dall’incarico, prendetevene un’altra e correggete i vostri comportamenti, il vostro sentore.

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