Il piacere di prepararsi i cibi

Una cosa che dovremmo imparare in questo percorso è trovare il tempo per noi, gustare il piacere di prepararci le cose, i pasti, a cominciare dal pane. Già sento le risposte affannose: «Come faccio? Non ho tempo…»
Non abbiamo tempo, ecco una prima frase su cui dovremo lavorare. L’ansia che cela una simile affermazione deve essere allontanata. Qualche volta sentirete persone del gruppo (Gianluca, Sofia…) esprimersi in modo inusuale, vi diranno che non bisogna avere attaccamenti e chi non è abituato a queste parole rimarrà con gli occhi stralunati: di che cavolo stanno parlando? Il ragionamento è vasto, racchiude anche l’abbandonare la convinzione di non avere tempo. Quando lo diciamo ci fermiamo alla prima parte della frase «Non ho tempo», proviamo a completarla, trovando il coraggio necessario per farlo, la frase non è legata a un fare, ma a un essere: «Non ho tempo… per me!»

Questa è la tragedia. Curarsi di tutto, ma non di se stessi, fare un sacco di cose, spesso male, perché il tempo, il tempo non basta mai. Questo fare continuo, martellante, incessante non ci fa bene. Se ci trascuriamo, cadremo in un tranello, finiremo dentro una buca dalla quale, apparentemente non potremo uscire più. Se ci trascuriamo, allontaniamo quella prassi fondamentale dell’umano che i maestri chiamavano preghiera o meditazione, un momento di unione con il nostro divino, un respirare in armonia con la Divinità che ci pervade e ci dà la forza per ricominciare, col sorriso, con fiducia e amore verso tutto.
Non avere tempo per noi porterà, presto o tardi, a manifestare le emozioni non vissute attraverso dei sintomi che chiamiamo dolori. Molti dolori (che non siano di natura patogena) sono segnali che il corpo ci dà per dirci: «Trova del tempo per te stesso, amati, sei unico e irripetibile.»
Barbara nel cammino ci spiegherà che abbiamo tra i tanti muscoli, anche un muscolo dell’anima (ve lo giuro) e come i muscoli siano lo specchio delle emozioni. Spesso i dolori sono emozioni non vissute o vissute male, perché se non troviamo tempo per noi prima o poi ci vendicheremo verso chi questo tempo ce lo ruba e l’accusato può essere un familiare, un’amicizia, un collega o noi stessi.
Non trovare tempo per noi ci porterà o a litigi e disprezzo verso chi ci sta vicino o ci porterà ad ammalarci. Diventeremo aridi nel manifestare la passione che soffochiamo in noi e invece il Padre ci ha voluti perché liberiamo questa passione, la doniamo, ci ha preparato un Regno, questo mondo, che attende solo la nostra felicità. Ma noi la felicità non la vogliamo, non abbiamo tempo per questo, preferiamo farci del male e nutrire un sentimento di vendetta. Siamo entrati nel tremendo ingranaggio voluto dai devoti del Male che il disagio lo si supera con una pillola costosa e, non avendo tempo, ingeriremo una pillola che crederemo miracolosa e tutto il male passerà. Poi scopriamo che non passa niente e cercheremo un’altra pillola (per queste sì che il tempo lo troviamo), non funzionerà, e ne cercheremo un’altra ancora e avanti…
Eppure basterebbe trovare del tempo per noi.

Se mi state leggendo allora siete dentro il mondo della tecnologia (sappiate che è un mostro se non lo riusciamo a governare -e non ne siamo capaci, purtroppo-), avete idea di quanto tempo dedichiamo ai social? In media 144 minuti al giorno (157 minuti li dedichiamo al web), quasi due ore e mezza. Aggiungiamo i 164 minuti davanti alla televisione e in totale abbiamo poco più di cinque ore ogni giorno spese dentro il calderone del «Non ho tempo…»
Riprendiamoci la vita, la tecnologia va bene, ma bisogna saperla usare, va dominata e non dobbiamo subirla. Diamo alla vita un senso, guardiamo le nostre mani, sono perfette, possono fare molte cose non solo digitare sul nulla, ma impastare, toccare le corde di una chitarra, pregare, accarezzare…

Wardakeanda

Fonti per i dati:
https://www.affde.com/it/how-much-time-does-the-average-person-spend-on-social-media.html
https://www.truenumbers.it/fake-news/

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