Introduzione
«Se la famiglia australiana media di 4 persone dovesse acquistare lo zucchero che consuma in una settimana, dovrebbe recarsi al supermercato, tirar giù sei pacchi da un chilogrammo dallo scaffale, portarli a casa, mangiarli per tutta la settimana, e vi farà ritorno la settimana dopo per farlo di nuovo»1
Sostenere una dieta ad alto contenuto di zucchero è davvero recente, non ha più di cinquant’anni. Lo zucchero è diffuso nella società odierna, se si rimuovessero dagli scaffali di un supermercato medio tutti i prodotti che lo contengono, rimarrebbe il 20% dei prodotti.
Storia brevissima
Le prime notizie sullo zucchero arrivano dalla Nuova Guinea, nell’8000 a.C.
Poi, tramite le rotte commerciali, la canna da zucchero arrivò in India. Nel XII secolo, lo zucchero arrivò in Europa e data la sua rarità divenne presto uno dei prodotti di nicchia dei regnanti. Per esempio, Elisabetta I Tudor di Inghilterra ne era estasiata e ne mangiava in gran quantità a tal punto che i suoi denti marcirono e diventarono neri.
All’inizio del XX secolo lo zucchero era considerato uno sfizio da aggiungere al tè o al caffè. Ma nel 1955 successe un fatto che accelerò in modo radicale il consumo dello zucchero. Il 23 settembre 1955 gli Stati Uniti rimangono scioccati e col fiato sospeso alla notizia che il loro Presidente Dwight Eisenhower è stato colpito da un infarto. Da quel momento le malattie cardiache, grazie ai media, divennero di dominio pubblico. Gli studiosi si divisero in due filoni che seguivano una precisa teoria sull’argomento. La prima teoria promossa dallo scienziato Ancel Keys, sosteneva che il problema dell’infarto fosse il grasso, mentre il medico inglese John Yudkin sosteneva che fosse da ricondurre allo zucchero. Affermava: «Sarei felice se tutti consumassero 2 kg di zucchero all’anno, ma ne mangiamo 50 kg!»
Nei due decenni successivi ci furono dei contributi importanti a sostegno delle due teorie, ma alla fine degli anni ‘70 le teorie di Keys ebbero la meglio: il grasso era la causa degli infarti e lo zucchero fu assolto. La produzione ‘a basso contenuto di grassi’ ebbe un’accelerata. Da quel momento una dieta povera di grassi era considerata una dieta sana. L’industria stabilì che si dovevano eliminare i grassi, di per sé sani, compensare in qualche modo le calorie e soprattutto dovevano essere certi che il gusto, il sapore non ne perdessero. Il prodotto doveva essere gustoso come se avesse ancora i grassi di cui era stato privato e il modo migliore per ottenere questo era usare lo zucchero.
Ecco che lo zucchero entra prepotente nella nostra dieta.
La nostra società zuccherina
Nel film australiano del 2014 ‘That sugar film’, da cui prendo a man bassa le informazioni che vi scrivo, afferma che un australiano (come stile di vita è simile all’europeo) ogni giorno mangia 40 cucchiaini di zucchero. È presente prevalentemente nel cibo di produzione industriale, ormai in pianta stabile nelle nostre tavole. Come si arriva a 40 cucchiaini al giorno? Una colazione con una porzione di cereali pronti, yogurt magro di vari gusti, una porzione di tè freddo, siamo già sui 10 cucchiaini.
Un cucchiaino corrisponde a 4 grammi di zucchero.
Una sana colazione?
Nel film ‘That sugar film’ il protagonista si cimenta per la prima volta in una colazione come la fanno molti: cereali, yogurt, succo di frutta.

Proviamo a farla pure noi.
Con una porzione giornaliera indicata di cereali si riempie una tazzina. Nessuno ne mangia una tazzina, lo vedo io con i miei figli in crescita (scelgono i cereali al gusto di cioccolato). Ne mangiano almeno tre tazzine, quindi solo di cereali sono 9 cucchiaini.
Yogurt, ogni porzione sono sui 9 grammi di lattosio e 18 grammi di zucchero, 4 cucchiaini e mezzo.
Un succo di frutta ACE, ogni 100 grammi sono 7 grammi di zucchero, ma se ne beve almeno un bicchiere da 200gr, quindi 3 cucchiaini e mezzo. Per questa colazione sono stati mangiati 17 cucchiaini di zucchero, senza aver visto lo zucchero. Vi mettereste 17 cucchiaini di zucchero nel caffè?
I tipi di zucchero
Quando mangiamo certi cibi questi seguono una regola, si trasformano in glucosio, il carburante del nostro corpo. Pane, pasta, cereali e verdure si trasformano tutti in glucosio per essere utilizzati dal nostro cervello, dai nostri organi, dalle nostre cellule. Senza glucosio, noi non esisteremmo.
Un altro zucchero è il lattosio, liscio come seta. È il primo zucchero che consumano i mammiferi, si trova nel latte materno. Ma è presente nei formaggi, nel latte, nel burro, nello yogurt.
Il saccarosio, su cui c’è tanto clamore, per molti è dannoso, per altri ci sono dubbi. Stiamo parlando di quello che aggiungiamo al caffè o al tè, per intenderci. Il saccarosio è costituito da due zuccheri: il 50% di glucosio e il 50% di fruttosio. Attenzione al fruttosio, nel passato era raro. I nostri antenati lo trovavano nella frutta, nella verdura e nel miele. Oggi invece dilaga, lo troviamo ovunque! Pure in cibi che manco immaginate possano contenerlo (viene aggiunto nelle produzioni industriali)! Come facciamo a sapere che stiamo mangiando fruttosio? Semplice, rende dolce il cibo. Di conseguenza l’umanità si ammala e molti scienziati stanno considerando che il fruttosio abbia un ruolo in tutto questo. Facciamo attenzione alle etichette. Nel percorso Tao troveremo il momento per conoscere e capire che cosa riportano.
Wardakeanda
1 Tratto da “That sugar film” di Damon Gameau, 2014